Alessandro Negrini e Fabio Pisani sono una bella storia italiana: di continuità in un luogo storico della moderna ristorazione milanese e di capacità di lavorare insieme, quasi intercambiabili con risultato straordinario nel quale, al termine del menu di degustazione, le sensibilità e le suggestioni dei due non si sommano ma si fondono. Una moderna cucina classica potrebbe essere la definizione giusta per questo locale, dove la ritualità delle coccole è rispettata dall'aperitivo alla piccola pasticceria, con una carta dei vini bella, ampia, creata con perizia ed esperienza. Ma è sempre nei piatti che si ritrova quell'aggiornamento necessario che impedisce ad una proposta di diventare museale: ecco, forse aver scartato la soluzione più semplice è il merito di giovani cuochi che però hanno anche evitato l'errore di fare fughe in avanti conservando così il loro pubblico che subito è accorso dopo la riapertura. Ricordiamo tra i piatti la Cozza sarda ripiena, imperdibile e buonissima la Zuppa di trippe di baccalà. Squisito l’Agnello con il suo torciniello. Ma non fatevi mancare, almeno se si tratta dalla vostra prima volta qui, i mitici Spaghetti al Cipollotto, una rielaborazione eccezionale della cucina povera di un tempo. Imperdibile anche il reparto dolce. Insomma, una sicurezza granitica in una Milano che ama creare per poi abbandonare rapidamente i propri miti.

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Alessandro Negrini and Fabio Pisani represent a beautiful Italian story, made of continuity and the ability to work well together in a historic place of modern Milanese catering. The extraordinary results are all evident by the end of the tasting menu, in which the touch and influences of the two are not added together but merged. A modern classic cuisine might be the right definition for this place, where the ritual of customer pampering is honored from the aperitifs all the way through dessert, with their petite patisserie. The well-studied, extensive wine list, is the result of skill and experience. In the dishes, we find that necessary revision that prevents proposals from becoming museum relics. Perhaps, having discarded the simpler route (merit of the young chefs) but at the same time being very careful of avoiding unnecessary leaps that would cause a detachment from origins. This has resulted in never losing their customers, who immediately rushed back after the reopening. Among the dishes, we remember the stuffed Sardinian mussel, the cod tripe soup was unmissable and delicious. The Lamb with its torciniello is also delicious. Make sure to not miss, at least if it's your first time here, the legendary Spaghetti al Cipollotto (onion spaghetti), an exceptional reworking of the poor cuisine of the past. The dessert department is also not to be missed. In short, a solid culinary security in Milan, a city that loves to create and then quickly abandon its winners.