Moreno Cedroni: “L’estate verrà, facciamoci trovare pronti e ricominceremo”



 

Di Laura Guerra

Le giornate di marzo condizionate dall’emergenza sanitaria Covid-19,  per Moreno Cedroni, chef e patron a Senigallia de La Madonnina del Pescatore – due stelle Michelin – Anikò street food e Clandestino sushi bar, cominciano lavorando, ma si concludono in modo del tutto diverso per uno chef che gestisce, pianifica e organizza la linea e cucina per tre locali. Al mattino, infatti, lavora alle preparazioni e alla messa a punto dei menu  per le aperture primaverili, poi compra della verdura e la sera  cucina a casa per la famiglia. Una dimensione nuova, diversa per certi versi sconosciuta per il  suo ruolo abituato a tenere in movimento pensiero e attività.

Insomma, cerco di mantenermi sereno pensando al dopo, all’estate che arriverà, nutro la speranza che per l’estate avremo sconfitto il Coronavirus e finalmente potremo ripartire dimostrando di essere un grande popolo. Certo, l’adrenalina che ti dà guidare una brigata, far contenti i clienti, guardare alla sala perché tutto sia perfetto, mi manca”.

Primo effetto immediatamente documentato dai social media: l’Italia si è messa a cucinare, si riconsultano ricette e ricettari sulle mensole o on line, tocca verificare se ci sono tutti gli ingredienti o organizzare e organizzarsi per andare a fare la spesa. Che effetto ti fa questo fenomeno?

C’è del buono in questo: negli ultimi anni si era esagerato un po’, tutti parlavano di cucina, tutti commentavano i ristoranti, gli chef, i prodotti, i vini, anche chi non aveva mai fatto un uovo al tegamino o un minestrone. Intorno al food si era creato un inutile rumore di fondo. Se tutti cucinano di più non può essere che un bene per comprendere che anche nei piatti semplici ci vuole attenzione, buonsenso, organizzazione. Un contatto diretto con il cibo che ci fa programmare la spesa rispettando le regole delle restrizioni a cui siamo costretti per preservare la nostra salute e quella delle comunità in cui siamo, preparare con attenzione, pulire tutto dopo, riordinare la cucina che è in molte case il luogo in cui tutta la famiglia gira. Darsi delle piccole regole di convivenza ai fornelli di casa, ora che dobbiamo restare a casa  farà capire a tutti che la cucina è certamente creatività e talento ma è anche disciplina. C’è poi un altro  aspetto – sottolinea – se si preparano e consumano più pasti a casa, si mangia meglio; tutte e due le cose cucinare e nutrirsi bene aiutano l’umore e la salute generale, serve anche cercare di ascoltare questo grido d’allarme della natura”.

Guardiamo il risvolto imprenditoriale, sei anche impegnato in Fipe – (Federazione italiana pubblici esercizi), cosa servirà al comparto per ripartire?

Servirà liquidità. Sospensione di tasse e tributi, sostegno al lavoro, accesso al credito;  bisognerà guardare alla filiera non solo al ristorante, ma ai fornitori, ai produttori di materie prime, a chi fa le tovaglie, i cristalli, le posate, i fiori, le attrezzature e la tecnologia di cucina; le piccole aziende come la nostra che fa 60 dipendenti sono la spina dorsale del paese; dovremo fare le richieste tutti insieme e difendere gli interessi di tutti”.

Quando tutto riprenderà che tipo di cliente ti aspetti?

La gente tornerà  a divertirsi senza strafare soprattutto economicamente, noi dovremo fare delle proposte di qualità stando attenti ai prezzi; dovremo essere bravi ad adeguarci al cambiamento, è uno stop temporaneo, dobbiamo avere fiducia. Io intanto mi ricarico guardando il mare”.

 

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